Piacenza – Madama Butterfly Review

Matteo Beltrami, sul podio, ha offerto della partitura pucciniana una lettura tesa, drammatica, asciutta, scevra da ogni grondante sentimentalismo. Il che, si badi bene, non significa fredda, tutt’altro. Qui ci si trova pienamente immersi nel Novecento musicale europeo; nulla da invidiare a Strauss o a Debussy, e tutto così straordinariamente Puccini; il gioco delle sonorità inquiete, delle tinte crepuscolari e disfatte, della frantumata vivisezione di un’anima attraverso la musica (così moderna, quanto moderna) trova attraverso la bacchetta di Beltrami piena realizzazione. Ascoltare tutta la lunga sezione musicale va dal Coro a bocca chiusa lungo l’Intermezzo sino al risveglio di Nagasaki, mostra, grazie a Beltrami, il senso profondo di un racconto cromatico che tramite le note si fa Teatro. Moderno e assoluto. Vero. Ciò che non si è visto in palcoscenico lo si è ascoltato qui.


L’orchestra, sotto la direzione di Matteo Beltrami , ha offerto un’esibizione che è stata al tempo stesso sensibile e potente. L’intermezzo, in particolare, è stato mozzafiato. Ero così completamente assorto nella musica, annuendo a tempo con gli archi che si muovevano, che la persona seduta dietro di me ha dovuto chiedermi gentilmente di smettere di muovermi! Ma come potevo non lasciarmi trasportare da un’interpretazione così magistrale? Beltrami ha catturato ogni sfumatura della colonna sonora sontuosa ed emozionante di Puccini, bilanciando la grandiosità dell’orchestrazione con l’intimità della tragica storia d’amore che si svolge sulla scena. 


E accade anzitutto grazie alla direzione di Matteo Beltrami, alla guida dell’Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini, nel segno di una narrazione serrata, ricca di contrasti, sia nel peso sonoro che nella dinamica. E questo, anche nei momenti più lirici e contemplativi come nel lungo secondo atto, dove regna il canto di conversazione, senza che si scada mai nella leziosità o nel calligrafismo. I colori accesi, il respiro melodico sempre animato da un forte impeto passionale sono elementi che si fondono armoniosamente con una notevole duttilità di fraseggio e con una capacità di dipanare la scrittura pucciniana, rendendo ragione della sua piena modernità, del suo stare saldamente nel Novecento. Non mancano dunque i chiaroscuri, ma sono nitidi e dai contorni ben articolati, distesi su tempi cangianti, sempre adatti a restituire il clima espressivo del racconto, incalzante, a tratti brusco.


grazie alla pregevole direzione musicale di Matteo Beltrami, tutta la forza e la varietà del suo tessuto orchestrale, a cura dell’Orchestra dell’Emilia Romagna Arturo Toscanini

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